La fondata possibilità che esista vita intelligente anche altrove nel cosmo è sicuramente patrimonio della scienza d’oggi, ed è supportata dalla ormai raggiunta consapevolezza dell’infinità dell’universo.
Se sono indiscutibilmente alte le probabilità che le dinamiche ambientali ed evolutive tipiche della Terra si siano replicate anche su altri pianeti della nostra o di altre galassie, molto più controversa è la diversa eventualità che siano avvenuti contatti fra supposte civiltà aliene – in grado di padroneggiare i viaggi spaziali – e la nostra civiltà terrestre.
C’è però da aggiungere che coltivare oggi attenzioni verso la cosiddetta ufologia non costituisce più un atteggiamento screditabile con la stessa facilità del passato.
Nel giugno del 2021 non ha forse avuto la dovuta risonanza un rapporto ufficiale consegnato dai servizi di intelligence al Congresso degli Stati Uniti contenente il riconoscimento che, sul totale di avvistamenti di fenomeni aerei non identificati, ben 145 casi sono privi di qualunque spiegazione possibile sulla base delle conoscenze scientifiche e tecniche a disposizione, e potrebbero quindi riguardare anche navicelle aliene provenienti dallo spazio esterno.
Grazie a questa epocale novità, l’avvistamento di cosiddetti U.F.O. finisce con l’avvantaggiare proprio quei Paesi che per la loro collocazione in aree geografiche più suggestivamente isolate – ma non esattamente irraggiungibili – appaiono offrire le località più indicate per simili tentativi di osservazione, o addirittura per rinvenire tracce di ipotizzabili delegazioni extraterrestri insediati sulla Terra a partire da un passato imprecisato.
In questo scenario, è proprio il Cile a godere di una posizione privilegiata.
Con i suoi cieli particolarmente limpidi, già da anni in questo Paese si è potuto assistere ad uno sviluppo esponenziale di osservatori e centri astronomici che oggi possono aggiungere alla propria intenzione originaria anche quella di avvistare oggetti volanti di supposta origine aliena.
Questo tipo di interessi ha in Cile una storia di lungo corso, e ha dato luogo negli anni alla nascita di diverse associazioni e gruppi di ricerca dedicati all’analisi e all’investigazione scientifica di fenomeni riconducibili a questo ambito, fra i quali è il caso di menzionare l’AION (Agrupación de Investigaciones Ovniológicas de Chile), vale a dire il Gruppo per le Investigazioni Ufologiche in Cile.
Esiste fin dal 1997, in seno alla Direzione Generale dell’Aeronautica Civile cilena, il CEFAA (Comité de Estudios de Fenómenos
Aéreos Anómalos) e cioè uno specifico Comitato per gli Studi dei Fenomeni Aerei Anomali competente per il monitoraggio dell’intero spazio aereo della Repubblica Cilena.
Questa struttura collegiale interdisciplinare raccoglie tutti i casi, li cataloga e produce rapporti con lo scopo di scremare quelle ipotesi di avvistamento riconducibili a spiegazioni scientificamente accettabili da altre situazioni considerabili più difficili da interpretare.
In questo modo si raggiunge l’obbiettivo di incrementare la tutela della sicurezza nazionale rispetto a potenziali minacce di incerta origine, ma anche quello di fornire all’opinione pubblica un contributo informativo utile a distinguere risultati scientificamente validi da narrazioni prive di reali basi probatorie.
Gli appassionati ed esperti di avvistamenti ufologici collocano senza alcun dubbio il Cile al primo posto fra i Paesi del mondo in cui recarsi per svelare misteri alieni, percorrendo una vera e propria“Via degli U.F.O.” attraverso il suo territorio dalla latitudine eccezionalmente ristretta rispetto alla sua vasta estensione longitudinale.
Tappa fondamentale di un simile percorso è la cittadina di San Clemente, nella Cordigliera centrale cilena a circa 400 km a sud della capitale Santiago.
A partire dal 2009 – e su iniziativa dei dati forniti dall’Ufficio Nazionale del Turismo cileno a conferma di un balzo nel numero dei visitatori nella zona – è stata costruita una vera e propria “strada degli Alieni” con l’appoggio del governo centrale.
La Reserva Nacional Altos de Lircay
Lungo una trentina di chilometri, questo tragitto attraversa la Reserva Nacional Altos de Lircay, un’area paesaggisticamente notevole e ricca di varietà zoologica e botanica, che arriva fino ai 2.300 metri di altitudine.
Spettacolare è un’escursione intorno al vicino Lago Colbùn che offre – con le sue rive sinuose, frastagliate e geologicamente diversificate – uno scenario vario e sorprendente.
Tra i testimoni di un centinaio di comprovati avvistamenti nell’area di San Clemente si annovera anche l’ufologo cileno Rodrigo Fuenzalida, presidente dell’AION, che ha testimoniato di essersi trovato di fronte a un oggetto arancione che ha compiuto per alcuni minuti “movimenti strani e oscillatori” in cielo a soli a 400 metri dalla posizione da lui occupata.
Il punto più suggestivo in questa zona è chiamato El Enladrillado, appellativo più o meno traducibile come “la pavimentatura in mattoni”.
In questo fazzoletto di territorio, lungo quasi un chilometro, il terreno è infatti ricoperto da 233 giganteschi blocchi di pietra vulcanica dal peso stimato di centinaia di tonnellate ciascuno.
Questa ordinata piastrellatura del suolo termina con un brusco burrone che precipita fino alla profondità di un chilometro.Una simile configurazione non poteva non dar adito a teorie alternative, rispetto all’idea di una naturale – per quanto bizzarra – conformazione geologica.
Lo scrittore svizzero Erich von Däniken, celebre per le sue controverse teorie paleo astronautiche, non ha tardato nel definire tutta l’area alla stregua di un antico “aeroporto alieno”.
Per quanto una simile affermazione sia stata accolta per lo più come una provocazione, non è mancato il parere di altri autori e studiosi che hanno sottolineato le altissime probabilità che la formazione di ElEnladrillado abbia natura artificiale; ma escludendo contemporaneamente che i nativi dell’area disponessero dei mezzi e delle tecnologie necessari per realizzare un simile risultato in una non meglio precisabile epoca remota.
Un altro rilevante sito è il Cajón del Maipo, una suggestiva risorsa paesaggistica già meta celebrata da escursionisti e campeggiatori. Questo canyon è collocato sulle Ande all’interno della Regione Metropolitana di Santiago, a meno di 70 km dalla capitale.
In un variegato contesto montano movimentato da svariati scenari fluviali e lacustri, nel 1997 lo scalatore Claudio Pastén ha testimoniato di aver assistito alla discesa sull’acqua di una grande sfera luminosa dalla quale sarebbero fuoriusciti due esseri di grande statura e dall’aspetto non riconducibile a nulla di noto.
Dopo che un canale televisivo ha attribuito credenziali di validità a questo avvistamento, il canyon ha cominciato a diventare un punto d’incontro per “cacciatori di dischi volanti” che hanno finito per attribuire all’area del locale bacino idrico artificiale di ElYeso il rango di “pista di atterraggio” per navicelle aliene.
La terza località raccomandabile per questo tipo di avvistamenti è la Valle dell’Elqui, collocata 400 km a nord di Santiago e al margine meridionale del Deserto di Atacama, nella regione di Coquimbo.
Rinomata come area vitivinicola, questa valle è anche pervasa da una speciale atmosfera di spiritualità che attrae un certo tipo di escursionismo particolarmente votato alla ricerca di percorsi di rinascita e di rigenerazione attraverso un genuino contatto con la natura.
Si arriva ad ammettere l’esistenza fra queste montagne di un portale che aprirebbe l’accesso verso altre dimensioni.
Ma probabilmente questa convinzione trova le sue radici in ripetuti strani eventi, il più celebre dei quali riguarda un caso di “U.F.O. crash” che si sarebbe verificato presso le locali montagne di Vicuña nel 2013.
Qui decine di testimoni hanno raccontato di aver osservato un oggetto zigzagare in cielo prima di schiantarsi su di un picco.
Nella stessa Valle dell’Elqui si ricorda ancora un altro episodio quando, durante una visita del Presidente della Repubblica del Cile in un istituto scolastico superiore presso la cittadina agricola di Paihuano nel 2008, numerosi studenti intervenuti al discorso ufficiale puntarono il dito verso un U.F.O. in cielo, riuscendo anche a fotografarlo.
Ma il più noto evento in materia accaduto nella vallata risale al 1998, ed è ormai passato alla storia come la “Roswell cilena” (per parafrasare il più importante “U.F.O. crash” di tutti i tempi avvenuto nel 1947 negli Stati Uniti).
Nella località collinare di Las Mollacas, lo schianto di un oggetto caduto dal cielo avrebbe provocato l’immediata mobilitazione dell’esercito cileno al quale si sarebbe poi aggiunta la presenza di speciali emissari dalla N.A.S.A., intervenuti per richiedere di porre termine alla diffusione di informazioni su quel caso.
Il più recente, fra i clamorosi avvistamenti degni di menzione, risale al maggio del 2018 nei cieli dell’importante città portuale di Antofagasta nel nord del Paese quando – alle prime luci dell’alba –gli equipaggi di ben sei voli commerciali avvistarono simultaneamente tre sorgenti di luce dalla forma triangolare.
Gli specialisti del CEFAA tesero in quel caso a ridimensionare l’accaduto, alludendo – ma senza ammetterlo fino in fondo – a manovre di speciali forze aeree coperte da segreto.
Resta il fatto che le comunicazioni radio dei piloti coinvolti in quell’avvistamento furono divulgate, facendo così ascoltare le loro voci tremanti e lasciando percepire il senso di sorpresa di quegli equipaggi per ciò che stavano osservando in cielo. Questa registrazione fu capace di rivelare il toccante stato di confusione degli avvistatori, provocando così una forte emozione nell’opinione pubblica.
A mente più fredda, si considerò anche che professionisti del volo abituati a percorrere ogni giorno le stesse rotte avrebbero reagito con tanta agitazione solo perché non si erano mai evidentemente trovati a fronteggiare una situazione simile in precedenza.
I cieli tersi del Cile – e le sue notti stellate sopra paesaggi remotamente evocativi – possono anche costituire il terreno ideale per amplificare sogni e desideri che magari iniziano e finiscono solo nel cuore dell’uomo ma dovremmo prepararci anche all’eventualità di un’esperienza che potrebbe lasciare in chi la attraversa la più viva impronta del reale.