Il sito di Stonehenge si trova nell’Inghilterra meridionale, ed è una fra le località archeologiche più emblematiche e ricche di enigmi del mondo.
Questo circolo megalitico, precisamente dislocato nella Piana di Salisbury, ha ispirato fino ad oggi un misto di ammirazione e fascino; ma anche intensi dibattiti e accese polemiche dopo circa 4.000 anni dalla sua edificazione ad opera di costruttori britannici talmente remoti da non aver lasciato alcuna memoria scritta.
Il misterioso passato di questo monumento ha generato innumerevoli narrazioni e un succedersi di teoriemai definitive. Le prime congetture più strutturate sulle origini di Stonehenge presero corpo a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo, masi trattò di costruzioni spesso prolisse e prive di solide basi – visto che i primi studiosi a interessarsi al problema furono delle personalità di tipo eclettico e prive di competenze specialistiche.
Cosa dicono gli studiosi
Al fisico, naturalista, letterato, pittore e antiquario britannico John Aubrey e all’antiquario, medico e sacerdote inglese WilliamStukeley si deve il radicamento della convinzione che Stonehenge sia stata opera dei Druidi, ovvero dei massimi dignitari della classe sacerdotale celtica.
Anche l’architetto John Wood, che condusse studi sul sito nel 1740, si dichiarò dello stesso avviso; ma volle sottolineare la natura strettamente pagana dei rituali druidici– riconducibili perfino a sacrifici umani–mandando così su tutte le furieWilliam Stukeley, cheriteneva invece i Druidi nient’affattopagani, bensì identificabili addiritturacon un particolare gruppo di patriarchi biblici.
Fu perfino il fondatore della meccanica classica, Isaac Newton, ad appoggiare questa singolare declinazione della natura druidica, soffermandosi poi su di una supposta funzione metaforica che le pietre di Stonehenge avrebbero avuto nel segnalare la natura eliocentrica del sistema solare,e perfino la validità in sede astronomica della sua legge di gravitazione.
In ogni caso, con l’affermarsi delle moderne tecniche di datazione dei reperti archeologici, simili teorie erano destinate a tramontare insieme al vespaio di polemiche che a queste si erano accompagnate per alcuni secoli.
La civiltà dei Celti risulta infatti oggi solidamente fondata sulla casta druidica solo successivamente al 300 a.C., un’epoca decisamente troppo recente per essere collegata alla datazione attestata delle pietre di Stonehenge.
Per le stesse ragioni, fu invalidato un altro gruppo di bizzarre teorie che pretendeva di collegare le origini di questo monumento alle funzioni di un tempio di epoca in cui i romani governavano l’Inghilterra.
La cronica mancanza di certezze è collegata alla provenienza del sito da epoche databili, con una certa approssimazione, dal 3.100 al 1.600 a.C.; masenza dimenticare che alcuni reperti minori sono stati fatti risalire addirittura intorno al 7.000 a.C.
Nel corso degli anni ’70 dello scorso secolo, si potevano facilmente osservare turisti liberi di vagare ovunque nell’area monumentale di Stonehenge, e perfino indulgere nella tentazione di arrampicarsi sui monoliti; ma l’unico tipo di visita oggi realizzabile si traduce nel deambulare intorno al cerchio più esterno di pietre, costituito idealmente da trenta monoliti di quasi 4 metri di altezza con sopra degli architravi, di cui però oggi ne rimangono solo 16.
All’interno del circolo maggiore è disposto un secondo cerchio di 23 metri di diametro, composto dalle cosiddette pietre bluestones.
Più al centro si individuano poi altri due ordini di pietra, orientati a ferro di cavallo,che sembrano dare rilievo a un masso piatto chiamato convenzionalmente altare.
Solo con particolari permessi, o in particolari circostanze, è tuttavia consentita ai nostri giorni una presenza più ravvicinata dei visitatori alle strutture del monumento.
Se ci si ritrovasse pervasi dall’enigmatico fascino proveniente dalla suggestione di indecifrabili epoche remote, potrebbe stupire – e forseanche un pò deludere – la scoperta che molte delle pietre osservabili nell’attuale dislocazione sono state in realtà così disposte da ingegneri vittoriani in epoca ottocentesca.
Anche gli studiosi che operano in seno all’English Heritage – l’amministrazione britannica competente per la gestione del patrimonio culturale nazionale – non riescono a nascondere che l’aspetto del monumento è andato mutando nel tempo in maniera anche rilevante, per il continuo succedersi di teorie e ricostruzioni storiche, fino a consolidarsi nell’aspetto attuale mezzo secolo fa; con la conseguenza che non esiste nessuna sostanziale garanzia che le pietre si trovino oggi nella stessa posizione in cui furono erette originariamente.
La leggenda di Stonhenge
Tutte le ipotesi in campo sono in definitiva raggruppabili in due grandi aree: quella del tempio deputato ad accogliere riti sacri oppure quella di un antico osservatorio astronomico, per via di supposti allineamenti di parti della struttura con punti notevoli della volta celeste.
In quest’ordine di idee, potrebbe apparire una ulteriore e quasi oziosa curiosità folcloristica richiamare anche la diffusa leggenda medievale secondo cui Stonehenge sarebbe stato creato all’incirca ai tempi della leggendaria corte di un sovrano che fu padre di Re Artù.
Più precisamente, si narra che nel V secolo d.C. il Re Uther Pendragon maturò il desiderio di impossessarsi delle virtù curative di un circolo di pietre costruito in Irlanda da una stirpe di giganti.
Il sovranoinviò allora un esercito di 15.000 uomini accompagnato dal Mago Merlino, grazie ai cui poteri i grandi massi poterono essere sorprendentemente trasferiti in Inghilterra e riposizionati nel sito attuale.
Al di là dell’innegabile clima da fiaba di questo racconto, lo studioso Mike Parker Pearson – specializzato in archeologia del Neolitico – ha tuttavia sottolineato la circostanza di un barlume di verità concretamente rinvenibile in questo mito.
Se infatti il circolo esterno di Stonehenge è costituito da grandi blocchi di pietra arenaria silicea, la cui provenienza è fisicamente abbastanza prossima al sito, le più piccolepietre internebluestones– costituite da dolerite e riolite– risultano invece incontrovertibilmente trasportate dalla località di WaunMawn, che si trova sulla costa gallese proprio di fronte all’Irlanda; e dove straordinariamente giacciono i resti di un altro sito megalitico smantellato in epoca remota.
Si è quindi via via accreditata la possibilità che una parte importante delle pietre di Stonehenge sia stata trasferita da quella località mediante rudimentali tecniche di trasporto, oppure sotto forma di materiali morenici trascinati da un ghiacciaio– più che per effetto delle abilità teurgiche del Mago Merlino.
Se a tale ricostruzione si aggiungono il rinvenimento nei pressi di Stonehenge di resti di ceneri, tracce di cremazioni e vasellame – insieme a resti di scheletri che rivelano segni di deformità ossee – ci si può forse fare una ragione della più recente e radicalmente nuova teoria che vedrebbe nel nostro monumentociò che resta di una “Lourdes preistorica”.
I malati e gli infermi del Neolitico si sarebbero così raccolti intorno a questa sede–dedicata a pratiche rituali di risanamento e guarigione alla stregua di un santuario–alla ricerca di poteri taumaturgici probabilmente individuabili proprio nelle pregiate pietre bluestones, apprezzate a tal punto da essere trasportate sul posto anche da luoghi lontani.
Dove dormire a Stonhenge
A meno di 4 km da Stonehenge, ai margini del villaggio di Shrewton, ci si imbatte nella Rollestone Manor: una tradizionale magione signorile pienamente immersa nel contesto della campagna inglese, che può vantare parti strutturalidatabili al 1.242 e ampie sezioni risalenti al XVIII e XIX secolo.
Rubricata quale Bed & Breakfast con ristorante, questa lussuosa e affascinante dimora offre un elevato standard di qualità; non senza uno stile e una personalità tutti propri di ognuna delle sette suite messe a disposizione degli ospiti, ciascuna intitolata al nome di uno dei diversi proprietari storici di questa residenza.
Letti matrimoniali king size, cuscini di piume, lenzuola di lino, vasca da bagno talvolta dislocata innanzi al letto, vista panoramica sul giardino – insieme a tante altre comodità dal sapore dei tempi andati – danno un reale carattere di unicità a un simile soggiorno.
A colazione, e durante i pasti principali, lo staff del ristorante dispiega la propria potenza di fuoco nello sfoderare una cospicua rassegna di piatti locali; con una cucina per altri versi nient’affatto aliena da influssi internazionali, e sempre disponibile all’eventualità di preparareportate con opzione “senza glutine”.
Aprire una cena con un tortino in pasta sfoglia guarnitoda formaggio Stilton fuso, scalogno e pere caramellizzate– su di un letto di insalatina condita con olio di noce – può schiarire le idee in vista di un successivo piatto forte composto da petto di tacchino con salsicceservito in salsa, ripieno di cipolle e guarnito da ortaggi misti e patate gratinate.
Giunge in soccorso – come dessert– una cheesecake bagnata da miele locale e adagiata su di una base di biscotti allo zenzero, con a lato una salsa ai limoni di Sicilia! Niente di meglio per concludere una giornata di escursioni e per propiziare nuove visioni e intenzioni in attesa del domani.
Il bello dell’acquartierarsi in una dimora come Rollestone Manor sta infatti non solo nella vicinanza a un Sito UNESCO Patrimonio dell’Umanità del rango di Stonehenge e della capitale Londra, ma anche nell’avere a disposizione almeno altri sette luoghi notevoli da visitare nei dintorni– fra i quali non dovrebbe mancare la vicina città di Bath, in cui stili architettonici medievali si alternano a spazi urbanistici di ispirazione neoclassica; quando l’occhio non indulge verso scorci di ponti antichi che scavalcano il fiume Avon.