Viaggio in Corea del Sud: scopri il fascino dei villaggi tradizionali Hanok con soggiorni esclusivi e lezioni private di calligrafia coreana da maestri locali.
Viaggiare frequentemente spesso significa muoversi tra hotel tutti uguali. In Corea del Sud, invece, nascosti tra colline verdeggianti e valli tranquille, i villaggi hanok permettono di fare un salto nel passato senza rinunciare al comfort. Sono case tradizionali, autentici spazi di vita dove il tempo scorre più lentamente, permettendo di riscoprire il piacere di dedicarsi a cose che normalmente trascuriamo: imparare con calma, osservare i dettagli, connettersi con tradizioni che esistono da secoli.
Gli hanok: quando l’architettura racconta una storia
Entrare in un hanok vuol dire percepire immediatamente il calore del legno naturale sotto i piedi scalzi, ascoltare il dolce fruscio della carta di riso che filtra la luce soffusa dalle finestre, avvertire un leggero aroma di pino e tè verde che permea l’ambiente. I villaggi di hanok sono l’espressione più genuina della filosofia coreana, fondata sul rispetto assoluto della natura e sull’armonia degli spazi.
Si tratta di abitazioni costruite con materiali naturali come legno, pietra e argilla, seguendo i principi del feng shui. Le basi in pietra rappresentano la solidità della terra, mentre i tetti curvi sembrano voler toccare il cielo, creando una linea morbida che ricorda il volo degli uccelli.
Ogni elemento ha uno scopo ben preciso: le gronde ampie proteggono dal sole estivo ma lasciano entrare i raggi invernali per riscaldare gli interni, i pavimenti nascondono l’ondol, un ingegnoso sistema di riscaldamento che i coreani hanno inventato secoli prima che in occidente si pensasse al riscaldamento a pavimento. Le pareti di carta filtrano la luce in modo delicato e creano un’atmosfera che cambia durante il giorno, come se la casa stessa respirasse con il passare delle ore.
Bukchon: il villaggio nel cuore di Seoul
A pochi passi dal traffico e dai grattacieli di Seoul, Bukchon è un’isola di pace dove resistono al tempo circa 900 case tradizionali. Qui non c’è contrasto tra antico e moderno, ma una convivenza armoniosa che mostra come la tradizione possa adattarsi al presente senza perdere la sua essenza.
Gli hanok più belli di Bukchon sono stati trasformati in residenze esclusive che mantengono l’anima originale. È possibile dormire in camere con mobili in legno di paulownia, affacciate su piccoli cortili dove l’acqua scorre tra le pietre. I pavimenti in legno lucido conducono verso bagni rivestiti in pietra naturale, dove vasche profonde invitano a rilassarsi seguendo l’antica tradizione termale coreana.
Jeonju: dove la tradizione vive ogni giorno
A circa tre ore da Seoul, Jeonju offre un’immersione ancora più profonda nella cultura tradizionale coreana. Custodisce oltre 800 hanok in un paesaggio che sembra uscito da un dipinto. Jeonju non è un museo all’aperto, ma un luogo vivo dove gli artigiani continuano a lavorare come facevano i loro antenati.
Le sistemazioni più ricercate si trovano ai margini del villaggio, dove si può dormire sui tradizionali materassi futon appoggiati sul pavimento riscaldato, avvolti in lenzuola di cotone tessuto a mano e coperte di seta con ricami che raccontano storie antiche.
Al mattino, la colazione viene servita su tavolini bassi di legno: piccole ciotole colorate di banchan (contorni) circondano il riso appena cotto e zuppe profumate, preparate secondo ricette che si tramandano di madre in figlia da generazioni.
Jeonju è rinomata anche per essere un polo culturale d’eccellenza: è qui che i visitatori possono sperimentare l’arte sofisticata della calligrafia coreana.
L’arte della scrittura come disciplina spirituale
In Corea, la calligrafia (chiamata “seoye”) è un percorso spirituale che unisce mente, corpo e anima. Non si impara solo a disegnare caratteri, ma a conoscere meglio se stessi. Il vero tesoro di un soggiorno negli hanok è la possibilità di studiare con maestri calligrafi che hanno dedicato la vita a perfezionare la loro arte. Gli incontri non avvengono in aule scolastiche, ma negli spazi intimi degli hanok: sulla veranda principale (daecheong) mentre la luce del mattino filtra attraverso le porte di carta, o nello studio tradizionale (sarangbang), circondati da libri antichi e carta pregiata.
In alcuni hanok, i maestri calligrafi accettano solo tre allievi per sessione. In queste lezioni si impara a dominare i quattro tesori dello studio (munbangsawoo): pennello, inchiostro, pietra per l’inchiostro, carta hanji fatta a mano con corteccia di gelso. La carta hanji è famosa per la sua resistenza: alcuni documenti scritti su hanji sono sopravvissuti per più di mille anni.
Durante le lezioni private, si possono visitare i laboratori dove viene ancora prodotta a mano.
La lezione inizia proprio con la selezione degli strumenti: pennelli di pelo di capra per tratti morbidi e linee fluide, di lupo per linee più decise e marcate. Si macina l’inchiostro con movimenti circolari, trasformando la preparazione in meditazione attiva.
Munja-do: la calligrafia che si fa pittura
Tra le forme più affascinanti di calligrafia coreana spicca il Munja-do, una pratica che trasforma le lettere in opere pittoriche. Sotto la guida di artisti celebri è possibile imparare a scrivere il proprio nome in Hangeul, interpretandolo in chiave artistica su carta Hanji centenaria. Ogni partecipante viene incoraggiato a esplorare la propria creatività, dando forma a un ricordo unico e personale.
Le sessioni di calligrafia sono pensate per piccoli gruppi o per chi desidera un incontro individuale, garantendo attenzione personalizzata e un dialogo diretto con il maestro. L’esperienza si articola in più fasi: introduzione alla storia della calligrafia, scelta del soggetto, esercitazione pratica e realizzazione finale dell’opera. Al termine, ogni ospite porta con sé la propria creazione, autentico simbolo del viaggio compiuto attraverso la cultura coreana.
Vita da hanok: momenti che restano nel cuore
Dormire in un hanok è un’immersione totale nella cultura coreana. Le giornate seguono il ritmo naturale della luce, iniziando all’alba con momenti di meditazione nei giardini dove l’architettura si fonde con la natura.
Tra una lezione di calligrafia e l’altra, potrai scoprire il darye, il cerimoniale del tè coreano, meno famoso di quello giapponese ma altrettanto raffinato. In piccoli padiglioni circondati da aceri e pini, i maestri del tè preparano infusi di erbe raccolte sulle montagne vicine o pregiati tè verdi coreani come il sejak, serviti in tazze di ceramica celadon dal delicato colore verde-azzurro.
Il tè e la calligrafia condividono lo stesso spirito, entrambi chiedono precisione nei gesti, attenzione al momento presente e amore per le cose semplici. Durante queste pause contemplative, potrai discutere dei tuoi progressi nella calligrafia o semplicemente godere del silenzio, componente essenziale dell’esperienza hanok.
Il valore più profondo di un soggiorno in un hanok con lezioni di calligrafia sta nel cambiamento che produce in chi lo vive. Tornerai a casa con una nuova prospettiva sulla pazienza, la precisione e la bellezza delle cose semplici.
Un viaggio che ti cambia
L’esperienza in un hanok coreano è un viaggio verso il cuore di una cultura ricca e profonda.
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