Sudafrica: ci sono dei luoghi al mondo in cui possono realizzarsi effetti difficilmente immaginabili altrove.
Può trattarsi del repentino svanire di quotidiane ansie in un ambiente che sa offrire il senso dell’incredibile. Può essere l’improvvisa abilità ad apprezzare tutte le sfumature di una cultura locale che rende vivo il territorio.
Sono tutti stati d’animo a cui si è destinati ad andare incontro quando si arriva a poggiare piede nel Golden Gate Highlands National Park in Sudafrica, collocato nella provincia sudafricana del Free State, a ridosso del confinante Regno del Lesotho.
Collocato all’interno di un ideale triangolo fra le città di Johannesburg, Durban e Bloemfontein – dalle quali dista poche centinaia di chilometri – il Golden Gate Highlands National Park costituisce anche per gli stessi cittadini sudafricani un’ideale via di fuga dallo stress urbano per ritempranti escursioni all’aria fresca di montagna, alla ricerca di un rinvigorimento dell’anima.
Dal momento che tutta l’area gode della tipica tutela che si riconosce a un parco nazionale, al visitatore non può mancare più di un contatto con preziosi esempi di fauna locale: lo gnu dalla coda bianca, l’antilope alcina, il damalisco dalla fronte bianca (un’altra antilope endemica del Sudafrica) e ancora l’oribi, una piccola antilope graziosa soprattutto per le zampe sottili e per il suo collo lungo. Altra specie di singolare antilope avvistabile nel parco è lo springbok, dalle fattezze di un folletto – con le sue corna nere (lunghe fino a 50 cm) incurvate all’indietro sotto le quali si allunga una faccia bianca, con due strisce scure dai due grandi occhi neri fino alle narici.
Anche volgendo lo sguardo in alto, non manca la meraviglia se capita di osservare, mentre volteggia in cielo, l’avvoltoio barbuto: un raro e spettacolare rapace che può pesare fino a sette chili e che dalle carcasse strappa soprattutto le ossa di cui è capace di nutrirsi.
Con un’area di 340 km2, il Golden Gate Highlands National Park è tuttavia singolarmente ricercato più per la bellezza dei suoi paesaggi che non per le sue pur cospicue risorse faunistiche. Il parco occupa quella porzione dell’altopiano interno sudafricano chiamato Highvedl, che si contraddistingue per un’altitudine compresa fra i 1.500 e i 2.100 metri. Qui domina una tipica prateria di montagna con più di 60 specie vegetali, movimentata da scarpate e picchi in roccia arenaria dalle colorazioni cangianti che vanno da toni dorati fino a tinte ocra e arancioni; con tutto il contrasto che ne deriva col verde del terreno.
Non solo qui si ritrovano fra i più struggenti e sconfinati orizzonti che fanno la bellezza del Sudafrica, ma in questo parco naturale si realizza un vero e proprio effetto speciale quando i raggi del sole che battono sulle rocce di arenaria riescono a imbiondire di riflessi l’aria circostante, in un fenomeno comunemente chiamato “aura dorata”.
Ma capita qui che il visitatore avverta prepotente l’esigenza di aderire alla natura in maniera ancora più intima. È ciò che accade partecipando a una discesa nelle rapide di un fiume locale oppure – per i più preparati – indulgendo in un’arrampicata in altura. Ma, anche senza arrivare ad attività fisiche particolarmente impegnative, ci sono altri modi per immedesimarsi più in profondità in questo territorio. Può trattarsi, per esempio, della visita ad antri e grotte ricche di pitture rupestri realizzate dall’etnia San. Chiamati in passato anche Boscimani (per corruzione dall’inglese Bushmen), questo popolo di raccoglitori-cacciatori ha una presenza in Africa australe attestata da almeno 22.000 anni in base a prove archeologiche e genetiche.
Anche dal punto di vista paleontologico, l’area risulta ricca di sorprese. Nella zona della cittadina di Clarens, è possibile visitare dei siti in cui sono stati ritrovati scheletri del grande sauro erbivoro Massospondilo, e si possono osservare anche le sue uova e i suoi embrioni fossilizzati, dai quali si possono osservare toccanti fattezze fisiche e si sono potute estrarre preziose informazioni su questo dinosauro risalente al Giurassico inferiore.
Nella provincia del Free State, è possibile visitare il Basotho Cultural Village per dare così al Golden Gate Highlands National Park anche una dimensione antropologica viva e interattiva. Attraverso questa singolare esperienza è possibile apprendere tutto sulle arti tradizionali, sull’artigianato e sullo stile di vita del popolo Basotho; insieme alla calorosa ospitalità riservata agli ospiti da questa etnia originaria – come tradisce il nome – del vicino Regno del Lesotho.
Nel cuore del parco – a metà strada fra Johannesburg e Durban – si schiude la presenza del Montusi Mountain Lodge, una vera oasi di accoglienza e tranquillità confezionate nel lusso.
Ci si ritrova in un villaggio percorso da viali e organizzato intorno a una grande struttura centrale in cui si concentrano i servizi di reception, sala da pranzo, terrazza, bar, salone e lo spazio dedicato a massaggi e benessere. Mimetizzate dal verde lungo i sentieri, si annidano 16 suite raggruppate in tre categorie tematiche; ma tutte accomunate da un gradevole arredamento etnico-elegante dove si spazia con gusto e armonia dai tetti rialzati in travi di legno e paglia, ai marmi che rivestono le pareti delle sale da bagno.
Ciò che più incanta di questo lodge è la visione panoramica della grande scarpata ad anfiteatro dei monti Drakensberg che firmano, con la loro presenza al confine del vicino Regno del Lesotho, lo skyline qui onnipresente da qualunque ambiente si alzi lo sguardo.
La cucina è costruita su di un’accurata ricerca della gastronomia locale, con sufficienti aperture agli stili internazionali e grande disponibilità ad assecondare particolari esigenze dietetiche. Non è estranea ai piatti una certa spettacolarità della presentazione.
L’hotel si presta senz’altro a lunghe giornate di relax, grazie soprattutto al panorama mozzafiato godibile in piscina, come in salone, in sala massaggi o nella comodità della propria suite: in tutte le ore del giorno la prospettiva atmosferica dovuta al mutare della foschia saprà modulare la visione dell’anfiteatro montuoso in una sorta di incanto ipnotico.
Ma il Montusi Mountain Lodge si presta anche a organizzare svariate attività esterne nel parco nazionale, da diversi tipi di escursione – sia a piedi che a cavallo, graduate sulle capacità dei partecipanti – fino all’offerta di campi da tennis e da golf per chi non sappia resistere alla pratica di questi sport in un contesto indimenticabile come solo il continente africano può offrire.
Il Golden Gate Highlands National Park è anche rinomato, fra gli appassionati di astronomia in tutto il mondo, per l’intenso buio dei suoi cieli notturni che conferisce un’eccellente qualità all’osservazione della volta celeste. Ed è così che – dall’area lounge dell’hotel o dal patio della propria suite – è possibile levare in alto lo sguardo nelle ore serali e scorgere una gigantesca striscia di fumo bianco scintillante sopra uno sfondo intensamente scuro: si tratta della Via Lattea.
E non mancherebbe, prima o poi nel corso della vacanza, una voce locale ad aggiungere ulteriore meraviglia a chi osserva un simile spettacolo, raccontando un’antica leggenda dei Boscimani sulle origini di quella che oggi sappiamo essere la nostra galassia.
In un tempo immemore, una fanciulla di una razza perduta attendeva il suo uomo di ritorno dalla caccia a notte ormai iniziata. La ragazza, divenuta impaziente, si avvicinò a un fuoco acceso e scagliò lontano nel cielo una miriade di tizzoni ardenti per illuminare – con la forza del suo amore – la via del ritorno al cacciatore ancora distante.
Ma ci troviamo nell’emisfero australe, ed è bello approfittare qui della vista di costellazioni invisibili dal nostro emisfero, a cominciare dalla popolarissima Croce del Sud, ben luminosa in tutta la sua essenziale geometria.
Una “diva” di questi cieli è la brillante Costellazione della Carena –collocata sul bordo meridionale della Via Lattea – in cui si possono osservare diversi oggetti celesti, fra i quali l’omonima “nebulosa diffusa” che vanta il primato di essere la più brillante in assoluto nel suo genere.
Un’altra visione spettacolare è quella della Costellazione del Centauro, molto godibile a occhio nudo in tutte le sue articolazioni. Come non ricordare che proprio qui si può osservare il sistema di tre stelle – noto come Alfa Centauri – più prossimo al sole e distante da noi appena 4,3 anni luce?
È curioso che lo staff del Montusi Mountain Lodge suggerisca proprio le notti di luna piena per accompagnare gli ospiti in una passeggiata all’esterno, quando l’intensa luce del nostro satellite riporta invece l’attenzione a terra.
L’escursione culmina in un falò, mentre davanti alle fiamme si sorseggia una tazza di caffè corretto con l’Amarula, un tipico liquore cremoso sudafricano.
Al Golden Gate Highlands National Park la volta stellata non ci proietta nel cosmo staccandoci definitivamente dalla terra, ma qui anche la notte è un’occasione per vivere ancora una volta l’esperienza del territorio anche se sotto la più pallida luminescenza che si accende al plenilunio: il fascino primordiale del cielo notturno si congiunge così al mistero che l’Africa manifesta in questa sua terra così remota.
In un’occasione come questa possono perfino tornare alla mente le parole di Alberto Moravia che considerava in questo continente la natura decisamente superiore all’uomo. E la natura è qui talmente viva e presente da manifestare un’anima – aggiungeva lo scrittore – che penetra fin nella dimensione umana. Gli stranieri di passaggio sono soliti chiamare questo effetto “mal d’Africa”.